‘Come ho conosciuto Arcabas’
II contesto di questa storia è il Gruppo Aeper (Animazione, Educazione, Prevenzione E Reinserimento) esperienza che ha origine dalla Comunità Nazareth (1977) e che si impegna nel mondo del disagio, della devianza e della sofferenza.
Nel tempo prendono vita un’associazione, cooperative, comunità di accoglienza, una corposa rete di famiglie affidatarie, una fondazione, una rivista, una casa editrice…
Obiettivo: essere vicini a chi fa fatica, creando condivisione, solidarietà, accoglienza.
Volontariato e competenza professionale caratterizzano lo stile di vicinanza alle persone.
Come conosciamo Arcabas?
Nel 1992 festeggio i 25 anni di sacerdozio con un viaggio in Francia.
Mi gusto tre giornate di immersione nella bellezza:
- Colmar con lo sconcertante Crocifisso di Grünewald;
- Ronchamp e l’esaltante santuario di Le Corbusier;
- La Chartreuse e la palpitante chiesa di St Hugues con le opere di Arcabas.
Di ritorno, voglio scoprire dove vive questo artista. Raggiunto per telefono, ci invita a casa sua.
Ci mostra alcune opere e ne rimaniamo affascinati. Anche lui è sorpreso dal racconto della nostra storia e ci visita a casa nostra. Nascono un legame e un’amicizia che dureranno negli anni.
Nel 1995 si concretizza il sogno di un luogo per “dar voce a chi non conta”. Il nostro architetto Lorenzo Pedrini e il nuovo amico Arcabas realizzano la Chiesa della Resurrezione nella casa della Comunità Nazareth a Torre de’ Roveri, che diventerà, oltre che spazio di preghiera e di celebrazione, luogo di laboratorio e di ricerca sul senso della vita attraverso l’arte (a inizio 2020 oltre 100.500 presenze).
Pochi anni dopo, un altro gioiello: la Cappella della Riconciliazione, presso la Comunità “La Péta” a Costa Serina, in un’antica stalla.
“I colori del mistero” è l’esposizione che il Gruppo realizza insieme alla Diocesi di Bergamo nel 1999. Indimenticabile Il Vangelo dell’infanzia. Oltre 70 mila visitatori apprezzano le opere di Arcabas.
Continuano negli anni l’amicizia e la collaborazione con Arcabas, con nuove opere nella Chiesa della Risurrezione e promuovendo la conoscenza e l’apprezzamento dell’artista nella realtà bergamasca e italiana.
Il Gruppo Aeper sente che l’arte di Arcabas rappresenta in modo intenso il cuore delle sue scelte. Coltiva il desiderio di far dono alla città di Bergamo di uno spazio e di un tempo dedicati a quell’arte che parla della persona umana, soprattutto quella più provata dalla vita, per scoprirne la bellezza e la preziosità. Un modo concreto per far conoscere quarant’anni di esperienza di Aeper sul territorio bergamasco dedicati alle persone più fragili.
Il 2015 vede realizzarsi questo sogno. Una grande esposizione ARCABAS – Nutrire il mondo con la bellezza attira l’attenzione e lo stupore di molte persone nella chiesa di S. Agata al Carmine in Città Alta (122 mila visitatori).
Anche le Diocesi di Milano e di Brescia ci chiedono l’allestimento della mostra:
- Seveso (Chiesa di S. Pietro martire): oltre 50 mila visitatori;
- Brescia (Duomo vecchio – La Rotonda): 50 mila visitatori.
Come conclusione di questa esperienza espositiva e come continuazione dei percorsi di ricerca e di preghiera nasce un libro di straordinaria bellezza: ARCABAS – I colori del Vangelo di Rosella Ferrari! (2016).
Nel 2018 le Edizioni Gruppo Aeper pubblicano un secondo libro di Rosella Ferrari: ARCABAS – La mamma di Gesù.
Il 23 agosto 2018 Arcabas muore nella sua casa a St. Pierre de la Chartreuse e il 28 agosto si celebrano i funerali nella chiesa di St. Hugues avvolto dalle tantissime e affascinanti opere che con trent’anni di ispirazione l’artista ha reso celebre in tutto il mondo. Commosso e profondamente addolorato concelebro con i tanti amici venuti per l’ultimo saluto.
Arcabas continua a vivere nei nostri cuori grazie ai suoi colori, al suo sorriso, alla sua fede profonda, all’amore genuino verso ogni creatura. Il suo inno di lode all’oro di Dio in mezzo a noi continua a rendere festosa e ricca di speranza la nostra vita.
Deponiamo davanti alle ceneri di Arcabas e di Jacqueline (che lo ha preceduto di qualche mese) un vaso di fiori, i più belli, come lui ci ha insegnato: gioia di vivere, tenerezza, fiducia, rispetto, fedeltà, trasparenza, sorriso, pace del cuore, candore, giovinezza, freschezza… stima, stupore, riconoscenza.
Grazie, Arcabas.
Don Emilio Brozzoni